I Testimoni di Geova chiamano ragazza del mondo una donna che ha ricevuto una sorta di scomunica, che loro chiamano disassociazione e consiste in un allontanamento dalla comunità causato dalla trasgressione di uno dei tanti divieti biblici. Cioè uno dei tanti divieti immaginati interpretando la bibbia. La disassociazione è talmente grave da comportare il taglio di qualsiasi tipo di contatto con i disassociati, saluto compreso.
Nel film, primo lungometraggio di Marco Danieli, assistiamo alla storia di Giulia, ragazza di 18-19 anni proveniente da una famiglia di Testimoni di Geova.
Giulia, che segue strettamente i dettami della religione della propria famiglia, frequenta le scuole superiori ed eccelle nella matematica al punto che, sostenuta dalla sua professoressa, vorrebbe frequentare l'università. Scelta, però, non condivisa dalla famiglia, in quanto ritenuta non utile per i fratelli, ma spinta solo dall'ego della ragazza che è destinata, invece, a lavorare negli uffici dell'azienda di famiglia.
Facendo proselitismo Giulia conosce casualmente Libero, un ragazzo di una famiglia disagiata, appena uscito di prigione per una condanna per spaccio. Dopo le iniziali difficoltà dovute a due mondi agli antipodi che si scontrano, i due finiranno per innamorarsi, ma la cosa sconvolgerà la vita di Giulia, le cui regole religiose non le permettono di avere una relazione d'amore con una persona esterna al credo.
Il film, sempre dal punto di vista di Giulia, da un lato descrive come sia difficile e traumatico uscire dal fondamentalismo religioso, ma dall'altro mette in scena la discesa negli inferi di questa ragazza che non conosce veramente il mondo reale.
E qui mi fermo, dato che il film non l'hanno ancora visto in tanti e non voglio spolierare, anche se poi il trailer spoilera molto di più!
Confesso che la mia antipatia per le religioni, che sfocia in un odio viscerale per tutti gli estremismi, mi ha fatto venire l'orticaria anche solo a scrivere queste poche righe, ma nel complesso devo dire che si tratta di un buon film. Per di più se si considera che stiamo parlando dell'opera di un'esordiente. Magari non c'è tutta quella critica ai Testimoni di Geova che avrei voluto (non perché sono Testimoni di Geova, ma perché è una religione. Così non offendo nessuno. Anzi, così offendo tutti...), ma la situazione di Giulia viene ben descritta. Come viene descritta l'assurdità di una religione/cultura che impedisce alle persone di pensare con la propria testa o vivere secondo quello che dice il proprio cuore.
Poi va detto che l'uscita di Giulia dalla confraternita (o come cavolo si chiama) si rivelerà tutt'altro che positiva e qui forse sta una pecca del film.
Non tanto perché non vediamo Giulia vivere felice e contenta una volta disassociata, ci mancherebbe. La vita non deve essere per forza facile e le favole le lasciamo ai bambini. Ma un approfondimento su Libero non avrebbe fatto male. Libero non ha i vincoli e i legami che ha Giulia, ma nemmeno lui è veramente "libero". Il padre non sappiamo dove sia, sappiamo solo che la madre ne parla male e Libero vive una vita di disagi. Cade nel tunnel della microcriminalità e una volta scontata la pena vorrebbe uscirne. Ma i suoi vincoli sono più solidi di quelli di Giulia. Quando Giulia lascia la famiglia, va a vivere con Libero che deve trovare il modo per mantenerla. La madre non l'appoggia e, anzi, consiglia a Giulia di lasciarlo e ha perso il lavoro, perché era stato assunto nell'azienda del padre di Giulia. Cosa può fare un ragazzo come lui in una situazione come quella se non chiedere aiuto proprio a quel mondo da cui voleva fuggire? E a che prezzo?
Però tutta questa parte, che comunque vediamo, non viene approfondita, per lasciare tutto il punto di vista a Giulia, che sicuramente vive la storia più originale. Non ricordo altre pellicole in cui compaiano i Testimoni di Geova.
La ragazza del mondo forse non raggiunge tutti gli obiettivi che avrebbe potuto raggiungere, ma supera sicuramente la sufficienza.
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