Un po' di trama.
Siamo in Canada, in prossimità del Circolo Polare Artico, in una cittadina dove vive il tredicenne Luke. La madre, Madison, è una ricercatrice, che spesso si deve allontanare dal figlio per lavoro, mentre il padre è morto anni prima nel corso di una spedizione.
Una sera, proprio mentre la madre è lontana da casa e i figli Luke e Abbie sono affidati alla zia Rita, una grossa orsa che si era avventurata all'interno della cittadina viene catturata dai rangers in prossimità del garage di Luke e trasportata in elicottero più a nord, nel suo ambiente naturale. Peccato che dentro al garage Luke ritrovi un cucciolo di orso polare di appena quattro mesi, non visto dai rangers.
È così Luke dovrà farsi carico del cucciolo di orso bianco, conscio del fatto che l'animale, ribattezzato Nanuk, non potrà rimanere a lungo col ragazzo e dovrà essere riportato nel sua ambiente naturale.
Luke sarà aiutato nell'impresa da Muktuk, una guida che deve avere qualche traccia inuit nel sangue.
Solo che la vita nel circolo polare artico è estremamente difficile e a causa di una tempesta Luke e il cucciolo si ritrovano separati da Muktuk e il buon proposito del ragazzino di riportare l'orso nel suo ambiente naturale, lo metterà a rischiare la propria vita.
A metà fra un film per bambini con messa in scena di buoni sentimenti e un non celato messaggio animalista e un vero e proprio documentario, Il mio amico Nanuk si rivela una pellicola senza particolari pretese, ma piuttosto piacevole.
Spesso è il lato documentaristico a prendere il sopravvento, con l'italiano Brando Quilici che non perde l'occasione per farci conoscere un circolo polare artico dai paesaggi mozzafiato e di una brutale bellezza tanto da rimanere impresso negli occhi anche molto tempo dopo i titoli di coda.
La trama è quella che è e procede praticamente senza particolari scossoni o previsti, ma nella sua linearità non manca un approfondimento sul passato di Luke, la perdita del padre, evento legato a una spedizione affrontata proprio insieme all'amico Muktuk.
Un film per la famiglia da vedere per chi ha figli non troppo grandi.
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