C'è questo film horror del "lontano" 2005 che in rete raccoglie parecchi apprezzamenti e che, per un qualche strano motivo, non avevo visto. E non stupitevi di questa recensione tardiva, questo blog spesso guarda più al passato che al presente.
La trama in breve, che il plot è anche piuttosto semplice.
Ci sono tre giovani donne amiche fra loro che sono solite praticare sport estremi e infatti il film inizia proprio mentre stanno facendo rafting. Al ritorno da questa gita Sarah (Shauna Macdonald) ha un incidente d'auto nel quale muoiono il marito a la piccola figlia.
Un anno dopo le altre due amiche, Juno (Natalie Mendoza) e Beth (Alex Reid) invitano Sarah in una delle loro gite. Partecipano anche le sorelle Rebecca e Sam Vernet (Saskia Mulder e MyAnna Buring), che credo di non aver capito bene cosa c'entrino e la spericolata Holly (Nora-Jane Noonne), amica di una delle altre. Il programma, dopo aver trascorso la serata e la nottata in una baita, è esplorare il complesso delle grotte dei Monti Catskill, negli Appalachi, sotto la guida dell'esperta ed atletica Juno.
Solo che non tutto va per il verso giusto...
Intanto Juno, anziché portare le amiche nel posto concordato, dove avrebbero dovuto fare un'escursione nemmeno troppo impegnativa, ha fatto loro una "sorpresa" e le ha portate in un sistema di grotte che sembrano ancora sconosciute. In un passaggio difficile Sarah rimane bloccata, si fa prendere dal panico e mentre Juno (o forse è Beth, col buio e gli ambienti illuminati solo dalle torce elettriche non è semplice riconoscerle) la sta aiutando per uscire, le pareti crollano, intrappolando le sei giovani. Attenzione, nessuno sa che sono lì! Il gruppo, che è quindi obbligato a proseguire nell'esplorazione, sperando di trovare un'uscita, sempre che ce ne sia una (!!!), vaga un po' a caso e Holly cade in una cavità rompendosi malamente una gamba. E come se non bastasse, le ragazze finiscono per scoprire che le grotte sono abitate e gli abitanti non sembrano troppo amichevoli e ospitali...
Ora, siamo all'interno di un una pellicola d'orrore, quindi la trama non è importantissima, esistono film del genere con trame anche molto scarne e deboli, ma in questo caso già la partenza risulta piuttosto interessante. Perché non so voi, ma anche senza tirare in ballo i mostri umanoidi cavernicoli, a me il fatto di rimanere chiuso dentro delle grotte buie e inesplorate mi inquieta parecchio. Dirò di più. Mi sono agitato già all'inizio quando Sarah è rimasta bloccata in uno dei primi passaggi! Insomma, già la ricerca, forse vana, di un'uscita nelle grotte misteriose per me sarebbe stato un buon film thriller. A questo si aggiunge il crescendo di difficoltà cui vanno incontro le sei protagoniste, senza dimenticare una serie di attriti, portando la pellicola a una tensione costantemente in salita. Più e più volte, infatti, ho empatizzato con le sei disgraziate, rendendomi conto di quanto fosse disperata la loro situazione.
Se devo essere sincero fino alle prime apparizioni dei mostri (all'inizio piuttosto fugaci) tutto funziona quasi alla perfezione. Poi quando la pellicola vira decisamente dal thriller all'horror, trasformandosi in una gara di sopravvivenza in cui i mostri sono i cacciatori e le sei giovani sono le prede, forse perde qualche punto.
In compenso il finale (che non rivelo ovviamente, anche se la pellicola è datata) contiene una trovata niente male che contribuisce a rendere la pellicola avvincente fino all'ultimo fotogramma.
Forse il difetto più grande riguarda la caratterizzazione delle protagoniste. Per quanto si possa parlare di caratterizzazione dei personaggi in un film di questo genere. A parte Sarah e Juno, che sono al centro della trama e la cui centralità è anche sinceramente ben fatta, con un non detto che bisogna riuscire a cogliere, le altre quattro risultano completamente anonime. Una di queste, Holly, è l'unica della quale ci viene detto qualcosa di più, ma lo si fa creando un personaggio totalmente stereotipato e tagliato con l'accetta. Le altre tre, Beth, Rebecca e Sam sono praticamente carne da cannone. Fra due di queste inserite nella trama abbastsanza brutalmente.
Inquietante invece e praticamente centrale nella pellicola la gestione del buio. Noi abbiamo un'ancestrale paura del buio, ma al buio non siamo più abituati. Le nostre città non sono mai completamente al buio e nelle nostre case, anche se raggiungiamo il buio totale, raramente, ci basta spingere un pulsante per illuminare completamente la stanza in cui ci troviamo. Ricordo da ragazzo di aver fatto campeggio libero in un bosco. La cosa che mi colpì di più fu proprio, causa l'assenza della luna, il buio totale, cui non ero abituato. Nelle grotte il buio totale regna sovrano e le ragazze fanno luce con delle torce elettriche e poco altro. Certo, in molte circostanze, per esigenza di regia, ho avuto l'impressione che ci fosse più luce di quella che avrebbe dovuto esserci, ma qui viene in soccorso la sospensione dell'incredulità. Immagino che ciò sia stato fatto per facilitare le riprese.
La pellicola ha un finale che ritengo praticamente perfetto. Peccato che nel 2009 sia uscito The Descent Part 2, a tutti gli effetti un sequel di questa pellicola, che secondo me si poteva anche evitare.
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