martedì 21 novembre 2023

To the lake


E due. Con questa siamo alla seconda serie russa recensita in questo blog, dopo Meglio di noi. Fra l'altro con due attori protagonisti, Kirill Käro ed Eldar Kalimulin che sono pure gli stessi.

Ma andiamo subito con la trama, poi i commenti.

Siamo a Mosca e un nuovo virus sconosciuto si diffonde. Il segnale sono una forte tosse che porta anche a perdere sangue dalla bocca e lo scolorimento degli occhi. E la morte dopo pochi giorni. Il virus è talmente veloce da sembrare inaffrontabile, tanto che la popolazione mira a scappare il prima possibile dalle zone infette e le autorità, rischiando di soccombere nei confronti del virus, pensano bene di fermarlo con misure di contenimento piuttosto violente... ossia sparare agli infetti.

Protagonisti della storia sono Sergei (Kirill Käro), la nuova moglie Anna (Viktoriya Isakova), il figlio autistico di Anna, Misha (Eldar Kalimulin), l'ex moglie di Sergei, Irina (Mar'jana Spivak) e il figlio di entrambi, Anton (Saveliy Kudryashov), il padre Boris (Yuri Kuznetsov), il vicino di casa Lyonya (Aleksandr Robak), la figlia problematica Polina (Viktoriya Agalakova) e la nuova moglie incinta, Marina (Natalya Zemtsova). Nonché, da un certo punto in poi, anche il medico Pavel (Alexander Yatsenko).

E dopo un'iniziale diffusione del virus, con la società moscovita che subito sembra collassare, con la legge del più forte che regna fra le strade, l'insolito gruppo di protagonisti tenta una disperata fuga dalla città, per raggiungere un rifugio costruito da Boris in Carelia, su un'isola che si trova nel mezzo del lago Vongozero. Un luogo ameno, ove stare al sicuro dalla follia e dalla morte causata dal virus.

Una serie che per certi versi fa pensare a un contesto zombie e a un certo punto sembra proprio di essere in uno zombie movie e per altri versi si trasforma in una pellicola on the road, con l'improbabile gruppo di protagonisti che, giocoforza, è obbligato a convivere per trovare la salvezza reciproca. Il tutto in una straniante ambientazione russa alla quale non siamo abituati, dove ogni cosa è ricoperta di neve e l'impresa, proprio per questo, diventa ancora più ardua. Anche se, va detto, i protagonisti sembrano preoccupati da tutto tranne che dal clima. E, in effetti, essendo russi, in quei luoghi sono abituati a viverci.

Quello che presto si rivela essere il problema principale è la convivenza fra persone che probabilmente avrebbero anche evitato di stare insieme. Sergei sta con Anna e il rapporto con la precedente moglie Irina non è che sia finito proprio bene, quindi far convivere le due donne non è semplice. E, oltretutto, sembra che Irina a Sergei non ci abbia proprio rinunciato. E poi c'è il padre, Boris che, lo capiremo strama facendo, col figlio non ha esattamente un rapporto idilliaco. A questi si aggiungono i vicini di casa. Lyonya è un riccone deprecabile e insopportabile con una moglie giovane che probabilmente sta con lui solo per soldi e una figlia ingestibile. Insomma, un gruppo di personaggi che sembra fatto apposta per litigare. E le aspettative non vengono tradite.

A tutto questo si aggiunge la scelta, fatta dagli autori, di approfondire proprio i personaggi, che sono tutt'altro che tagliati con l'accetta e stereotipati. Puntata dopo puntata iniziamo a conoscere il loro passato, il loro carattere e vediamo l'evoluzione del loro rapporto forzato. Sergei, che in un modo o nell'altro è al centro del gruppo di personaggi, finisce in pratica per diventarne la guida, anche se il gruppo risulta piuttosto problematico e a larghi tratti disunito.

Al di là di alcune differenze culturali che a volte spiazzano un po', la serie contiene anche qualche sbavature. Una di queste riguarda proprio il virus, l'elemento che scatena tutta la trama. Va bene che il virus sia solo un espediente, ma non solo ci viene mostrato poco (o ne vengono mostrati poco i suoi effetti), ma la capacità con cui fa crollare Mosca e i territori limitrofi è sorprendente. Nel giro di meno di una settimana in pratica il mondo non esiste più! Anzi, a essere sinceri, dato che le giornate dei protagonisti vengono scandite praticamente per intero e senza grossi salti temporali, la civiltà crolla in circa due giorni! E dire che, da quello che si vede, non è così infettivo (stop, non scrivo altro per non fare spoiler, ma non è che basta avvicinarsi a un infetto per morire) e dal momento in cui lo si contrae servono alcuni giorni prima di morire. In pratica Mosca si autodistrugge in un numero di giorni addirittura inferiore al decorso medio della malattia!

Un'altra sbavatura è legata ai personaggi che i protagonisti incontrano. Va bene che le sfighe non vengono mai da sole, ma sembra che il destino in questo caso si sia accanito con una particolare puntigliosità. Tutte le persone più pazze o malvage sembrano trovarsi sulla strada dei protagonisti! Sì, sarà colpa del virus, ma in questo caso ricadiamo nel problema precedente: è arrivato da pochissimi giorni! O la Russia è abitata da pazzi oppure qui gli sceneggiatori hanno un po' forzato la trama per descrivere quello che a loro interessava descrivere.

Però va anche detto che perdonando qualche errore (già i film non sempre sono del tutto rigorosi, anche se si tratta di opere di 90, 120 minuti che dovrebbero essere curati nel dettaglio, ci sta che una serie che complessivamente dura parecchie ore abbia qualche punto debole), digerendo qualche differenza culturale e pure tralasciando il fatto che alcuni comportamenti dei personaggi siano un po' troppo telefonati, alla fine To the lake funziona e rende il giusto, dimostrando che è possibile produrre serie TV avvincenti anche al di fuori degli Stati Uniti. Spesso a fine puntata viene utilizzata la tecnica del cliffhanger e comunque, anche quando non viene utilzzata, la sorte dei poveri protagonisti resta sempre appesa a un filo e lascia lo spettatore in attesa di capire cosa accadrà. Il regista Pavel Kostomarov, malgrado...

ATTENZIONE, PICCOLO SPOILER

... non ci siano sostanzialmente morti illustri riesce a non lasciare mai cadere la tensione, facendo sempre intendere che almeno uno dei protagonisti potrebbe morire in qualsiasi momento.

La serie TV è tratta da un romanzo del 2011, Vongozero, scritto da Yana Vagner, di un certo successo, anche se mi pare che non sia mai arrivato in Italia. Al momento Netflix ha distribuito e tradotto in italiano la prima stagione di 8 episodi, ma in Russia ne è stata già girata e trasmessa nella primavera 2022 una seconda di altri 8, mentre la prima era stata trasmessa fra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 (proprio quando stava arrivando il Covid-19!), ma fu girata nel 2018, quindi non è stata ispirata dalle vicende del SARS-CoV-2.

To the lake, che è stata definita da Stephen King "dannatamente bella" ha riscosso un buon successo sia in patria, sia all'estero e devo dire che si tratta di un successo sicuramente meritato.

Vediamo adesso se la seconda stagione riuscirà a mantenere le atmosfere della prima o se, come spesso capita con questo tipo di prodotti, finirà per perdersi per strada.

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