Un gruppo di astronauti chiusi in una claustrofobica
stazione spaziale e un invulnerabile alieno che li uccide uno a uno.
Se volessimo descrivere Life - Non oltrepassare il limite in
poche parole, queste sarebbero sicuramente le migliori. Perché alla fine la
trama della pellicola del 2017 di Daniel Espinosa non è altro che una delle
tante rivisitazioni del primo memorabile Alien del 1979 di Ridley Scott.
A differenza del celebre Alien, capostipite di una serie
cinematografica tuttora in corso, Life non si svolge su un’avveniristica
astronave del futuro, ma al giorno d’oggi, nella Stazione Spaziale Internazionale realmente
esistente,
nella quale, fra l’altro, in questi giorni il comandante è diventato Luca Parmitano, primo italiano e terzo europeo della storia. Life, infatti, è un film che, almeno nella prima parte, più che ad Alien sembra ispirarsi al recente Gravity di Alfonso Cuarón, con una descrizione abbastanza fedele alla realtà della vita degli astronauti nello spazio.
nella quale, fra l’altro, in questi giorni il comandante è diventato Luca Parmitano, primo italiano e terzo europeo della storia. Life, infatti, è un film che, almeno nella prima parte, più che ad Alien sembra ispirarsi al recente Gravity di Alfonso Cuarón, con una descrizione abbastanza fedele alla realtà della vita degli astronauti nello spazio.
Gli astronauti sono la comandante Ekaterina Golovkina, russa
(Olga Dihovichnaya), il biologo Hugh Derry, inglese (Ariyon Bakare),
l’ufficiale medico Miranda North, inglese (Rebecca Ferguson), il tecnico Sho
Murakami, giapponese (Hiroyuki Sanada), l’ingegnere Rory Adams, statunitense
(Ryan Reynolds) e il dottor David Jordan, statunitense (Jake Gyllenhaal) e la
missione è raccogliere una sonda alla deriva proveniente da Marte e studiarne i
campioni al suo interno, fra cui, si suppone, le prime tracce di vita
extraterrestre.
Il biologo Hugh troverà ben presto la prima cellula aliena
scoperta dalla razza umana e, all’interno del laboratorio allestito dentro la
Stazione Spaziale Internazionale, riuscirà a farla riprodurre, entrando quindi
in contatto per la prima volta con un essere vivente alieno, ribattezzato
“Calvin” da degli studenti che seguono in diretta le ricerche svolte dagli
astronauti.
Tutto meraviglioso, solo che i personaggi protagonisti del
nostro Life non devono aver visto la cinematografia sull'argomento, perché se
l'avessero vista sarebbero un po' meno entusiasti e un po' più timorosi di
quello che l'alieno potrebbe fare.
E infatti...
Non è uno spoiler, succede che Calvin ha ben altre
intenzioni che farsi studiare pacificamente.
Insomma, eccolo
Diciamo subito la verità: non è che questo Life abbia proprio una trama originalissima. Guardando la pellicola tutti sappiamo già cosa accadrà ed... effettivamente accade!
Diciamo subito la verità: non è che questo Life abbia proprio una trama originalissima. Guardando la pellicola tutti sappiamo già cosa accadrà ed... effettivamente accade!
Eppure...
Eppure, lo confesso, in più momenti mi sono sentito
incollato alla sedia a causa del trasporto che mi ha fatto partecipare
empaticamente alla tragedia che stavano vivendo i personaggi. Ho vissuto
l'entusiasmo della ricerca scientifica che si trasforma prima in timore e poi
in vero e proprio terrore per la situazione che scappa di mano.
Quindi si, il cileno naturalizzato svedese Espinosa
probabilmente ha messo in scena una storia che di originale ha poco o nulla e Life
non passerà alla storia per essere un caposaldo del cinema, come invece fece ai
tempi Alien, eppure onestamente si lascia guardare e raggiunge tranquillamente
tutti i suoi obiettivi.
Life si rivela una pellicola di fantascienza estremamente
realistica che vira su un horror quanto mai efficace, con gli sfortunati
protagonisti che, nel tentativo di contenere ciò che sta accadendo, finiscono
per lo più per morire male.
Un film, fra l'altro, che con tutti i suoi limiti, ha anche
la piccola ambizione di far meditare lo spettatore, tramite i ragionamenti dei
protagonisti, sul significato della vita e della sopravvivenza.
Poi, come è inevitabile che sia, a un certo punto il film
tende un po' a sbroccare e forse alcune delle premesse scientifiche iniziali
tendono un po' a perdersi per strada, soprattutto quelle che riguardano
l'alieno, un po' troppo invulnerabile, adattabile e astuto, ma tutto sommato
ciò risulta abbastanza tollerabile.
Non credo, invece, che gli attori abbiano fatto il massimo,
soprattutto Gyllenhaal che si è limitato a fare il compitino e a raggiungere la
sufficienza, quando sappiano tutti che è in grado di fare molto di più.
C'è un aneddoto che ha seguito negli anni questo film.
Life - Non oltrepassare il limite è prodotto dalla Sony, la stessa che detiene i
diritti dell'Uomo Ragno e del suo
universo di personaggi. Sapendo che l'azienda aveva in cantiere anche Venom, pellicola uscita al cinema un
anno dopo e conoscendo la trama di Life, molti hanno pensato che questo film
fosse una sorta di prequel del film
dedicato al simbionte alieno mangiacervelli per di più slegato dalle trame dell'Uomo Ragno. Questa diceria si
è diffusa al punto che la stessa Sony ha dovuto specificare che fra le due
pellicole non c'era alcun legame. E infatti poi Life vira in una direzione
diversa.
Il finale aperto, invece, aveva lasciato intendere che fosse
in cantiere un sequel e in questo caso è stato il regista Espinosa a dichiarare
che non era interessato a lavorare a un Life 2.
Insomma, non aspettatevi un capolavoro, ma poco meno di 2
ore di un discreto horror fantascientifico sì.
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