martedì 26 gennaio 2021

See you yesterday



Evvai coi viaggi nel tempo!
Siamo nel Bronx e Clodette Josephine Walker detta C.J. (Eden Duncan-Smith) è una ragazzina di colore geniale che vorrebbe ottenere una borsa di studio e per questo sta lavorando, insieme al suo migliore e inseparabile amico Sebastian (Danté Crichlow) alla costruzione di una macchina del tempo, con l'appoggio del professor Lockhart (niente meno che Michael J. Fox che fa una comparsa/citazione mica male).

Ma, come detto, siamo nel Bronx, che non è un bel posto dove vivere e, soprattutto, non è bello vivere negli Stati Uniti, se sei di colore e non sei socialmente agiato. E infatti il fratello di C.J., Calvin (il rapper Astro), viene accidentalmente scambiato per un malvivente e finisce ucciso dalla polizia, senz'aver fatto assolutamente nulla. Scene che negli Stati Uniti avvengono realmente.
E allora la macchina del tempo di C.J e Sebastian non sarà più la chiave per aprire la porta della borsa di studio, ma uno strumento per tentare di cambiare il passato e salvare Calvin.
Così C.J. e Sebastian ce la mettono tutta, riescono a ultimare la loro invenzione vanno nel passato.
Ma, lo sappiamo tutti, è molto pericoloso giocare col tempo e quando lo si fa si rischia sempre di causare più problemi di quelli che si voleva risolvere. Ed è proprio quello che succede all'indomita C.J., che quando cambia il passato finisce per creare qualche altro problema, che immancabilmente la costringerà a tornare nuovamente indietro nel tempo.
Diciamo che il plot di base è abbastanza standard, che poi è quello del mitico Ritorno a futuro, con la differenza che nella serie di pellicole che hanno reso celebre Machael J. Fox il tutto si risolve in una commedia brillante e frenetica, mentre qui ci muoviamo sempre dalle parti del dramma. Anche alcune premesse, nonché elementi di base della trama sono piuttosto scontati e anche debolucci. Cioè, due adolescenti, per quanto geniali, che con qualche oggetto elettronico messo a caso a formare un fantascientifico zaino da Ghostbuster inventano una macchina del tempo che pure funziona è una colossale stronzata.
E non ci sono dubbi.
Ma non credo che il regista Stefon Bristol, autore anche della sceneggiatura, insieme a Fredrica Bailey, volesse dirigere un documentario sull'invenzione della macchina del tempo, così come il produttore (e stiamo parlando di Spike Lee), aveva ben altre idee in testa. E infatti il fatto che un'improbabile macchina del tempo costruita in garage da due ragazzini, si riveli solo un espediente, un po' cazzone d'accordo, per raccontare una storia che sì, contiene dei viaggi nel tempo, ma non è una storia sui viaggi nel tempo, alla fine diventa accettabile.
E se vogliamo essere sinceri, l'inizio della pellicola, in cui vediamo degli acerbi Eden Duncan-Smith e Danté Criclow agghindati come degli stupidi che sperimentano, fallendo, la loro invenzione, con dialoghi che vorrebbero far ridere, ma risultano abbastanza banali, fa pensare di trovarsi davanti a un filmetto di serie B, con poche pretese e di scarsa riuscita.
Ma per fortuna non è proprio così.
See you yesterday (chissà perché perché il titolo non è stato tradotto, in italiano avrebbe reso ugualmente!) continua a mantenere una aspetto da film di serie B e gli attori si rivelano quasi tutti poco spigliati (ma forse è la mano del regista che li vuole così?) eppure la trama decolla e trova la sua ragione d'essere e il suo perché. La descrizione di chi appartiene a una certa fascia della popolazione degli Stati Uniti, della sua vita, delle sue condizioni, di ciò che subisce, rende piuttosto bene, senza fra l'altro cadere nel banale e con quell'espediente dei viaggi nel tempo che rendono questo film che, se vogliamo, è di denuncia, adatto praticamente a tutte le età. Un buon prodotto per comunicare qualche messaggio significativo, strizzando l'occhio anche a un pubblico che, magari, mai avrebbe guardato un analogo film dal tenore esclusivamente drammatico come il messaggio che voleva essere comunicato.
Quindi See you yesterday si rivela una pellicola che contiene parecchi e forse troppi limiti, ma che ha il pregio di riuscire a far pensare pur avendo fatto credere, nelle premesse, di voler fare altro.
Mi sento di consigliarlo, sia a chi ama i viaggi nel tempo, sia a chi non cerca altro dal cinema.

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