domenica 6 maggio 2018

Danse macabre - Dampyr n. 218

Dai che ce la faccio, questo è il secondo albo consecutivo recensito. E anche questa volta, che albo!
Come da tempo annunciato, avremmo avuto un albo dedicato a Emil (il 211) e ora questo in cui la protagonista principale è Tesla (con Harlan addirittura e per la prima volta assente dalla copertina), entrambi con lo stesso maestro come avversario, che comunque non rivelo, per non fare spoiler.
Partiamo dalle citazioni. Danse macabre è un poema sinfonico di Camille Saint-Saëns del 1874, che trae spunto da una celebre iconografia medioevale...
ripresa anche da Edgar Allan Poe in uno dei suoi più famosi racconti, La maschera della morte rossa, racconto che viene ripreso anche dalla copertina e viene riproposto in chiave dampyresca anche all'interno dell'albo. Lo stesso Poe è uno dei personaggi che vediamo in questo numero.
Comunque, senza spoilerare, Tesla viene rapita da qualcuno che cercherà di farla passare dalla sua parte e mentre la bionda non morta dovrà destreggiarsi fra le avventure create per lei dal "misterioso" rapitore, Harlan, Emil, Caleb, Nikolaus e altri alleati dovranno trovarla e possibilmente salvarla.
Ho trovato ottime sia le vicende di Tesla, sia, seppur ridotte, quelle dei suoi compagni. E' vero che si era capito quale fosse la causa di tutto, ma non mi era chiaro dove volesse andare a parare Boselli. Credo sia stata valida anche la scelta di arricchire l'albo con molti personaggi di contorno, come Liuba, Nicholas, gli spok dell'Aquila Verde.
E poi c'è il finale.
Non è frequente che il finale di un albo di Dampyr sia drammatico. A volte è capitato che le cose non siano finite propriamente bene, ma comunque si è trattato di albi episodici. In ogni caso, salvo casi rarissimi, un finale così drammatico non lo si era mai visto, tanto che, proprio questa mancanza di abitudine mi ha lasciato completamente a bocca aperta e ho riletto più volte le ultime pagine per sincerarmi di aver capito bene.
Il colpo di scena ideato da Boselli non è da poco. Va detto, però, che il titolo, la copertina e la presentazione del prossimo numero, nonché molti indizi contenuti nella stessa storia, potrebbero mettere in discussione tutto.
Comunque si vedrà.
Diciamo, in ogni caso, che in questo momento fare una previsione risulta piuttosto difficile.
Direi che la serie al momento risulta decisamente vitale e movimentata e malgrado abbiamo assistito, negli ultimi anni, alla dipartita di alcuni nemici storici, sembra che in pentola stiano bollendo numerose nuove trame, dagli sviluppi non prevedibili.
Molto bravo, come sempre, Luca Rossi ai disegni, che da in po' di tempo non vedevamo su questa testata. Credo che il suo tratto sia particolarmente adatto a una storia di questo tipo.
Molto bella anche la copertina, con una morte rossa che domina inquietante. Penso che le atmosfere di Edgar Allan Poe siano state perfettamente evocate da Enea Riboldi
Non vedo l'ora di leggere il 219.

2 commenti:

  1. Anche per me è stato un albo super ..e il finale mi ha lasciata allibita..spero come dici tu..che leggendo il prossimo numero la parte drammatica venga ridimensionata..amo le atmosfere cupe di Allan Poe

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    1. Considerando che questa è sempre stata una serie stabile, per quanto riguarda i personaggi, il finale è forse il colpo di scena più clamoroso di sempre.
      Diciamo che tutti gli indizi portano, come dici tu, a un ridimensionamento della parte drammatica nel prossimo numero, ma non escluderei qualche colpaccio da parte di Boselli.
      Edgar Allan Poe resta sempre il mio preferito e mi è piaciuto ritrovare lui e le sue atmosfere in quest'albo

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