Malgrado i Grandi Antichi siano presenti in questa serie dal lontanissimo n. 8, Dalle tenebre, uscito in edicola più 18 anni fa, il loro illustre creatore, H. P. Lovecraft non era mai comparso ed è solo grazie alla recente accelerazione data a questa macrotrama che finalmente siamo riusciti a incontrare il "solitario di Providence".
Negli anni, soprattutto negli ultimi, questa macrotrama ha assunto connotati e contorni narrativi ben definiti e finalmente è arrivato un piccolo epilogo, anche se siamo ben lungi da un finale della "saga" dei Grandi Antichi.
In perfetto stile dampyriano assistiamo in quest'albo a un episodio del passato, nel quale Lovecraft incontrò veramente (o sognò?) le creature da incubo da lui descritte e un episodio del presente in cui i nostri sono chiamati a fare i conti con gli avversari di turno dell'albo.
Non manca, nella parte del passato, un piccolo cameo nel quale un altro celebre scrittore avrebbe avuto esperienze simili a quelle di Lovecraft, chissà se questo porterà, prima o poi, allo sviluppo di un albo dedicato. A farci da narratore è questa volta il redivivo Amesha Anyel Zant.
Ma se i deliri dello sfortunato scrittore americano rappresentano un episodio che personalmente desideravo vedere su questa serie, l'episodio del presente non è certamente da meno. Gli adepti della misteriosa, blasfema e perversa setta di Kuen-Yuin, gli adoratori dei Grandi Antichi, vogliono riportare i loro oscuri signori nel nostro mondo e questa volta vanno veramente vicino a riuscirci.
Giustamente protagonista dell'albo è non tanto Harlan, personaggio principale del fumetto, ma Emil Kurjal, uno dei due principali comprimari. Protagonista perché, come dimenticarlo, Kurjak indossa, suo malgrado, la pallida maschera della verità, una sorta di creatura aliena legata ai Grandi Antichi, la cui natura resta ancora misteriosa, che dimora latente dentro di lui e della quale finalmente scopriamo qualcosa di più e della quale ovviamente non rivelo nulla.
Devo dire che le varie parti dell'albo sono bene bilanciate fra loro. A volte, in albi come questo che partono da episodi del passato per poi convergere nel presente succede che per lasciare uno spazio sufficiente alla spiegazione dell'antefatto si finisca per accelerare un po' troppo nel finale. In questo caso, invece, tutte le parti sono sviluppate al meglio e non si notano rallentamenti o accelerazioni dovute a mancanza di spazio. Certo, il finale è inevitabilmente veloce, ma perfettamente funzionante.
Ecco, forse uno dei piccoli difetti di altre macrotrame è quello rappresentato dal fatto che il villain di turno finisce per accumulare ingenti figure di melma al termine degli scontri coi nostri eroi, tanto da risultare nel tempo un po' ridicolo (come accaduto alla lunga con soggetti comunque ben fatti come Nergal o Marsden. Invece in questo caso la macrotrama continua a rivelarsi piuttosto varia e articolata e, per adesso, il rischio non si corre. Anzi, se dal mio punto di vista agli inizi questa linea narrativa non decollava pienamente, ora ha pienamente recuperato.
L'omaggio a Lovecraft funziona alla grande e sono molti i racconti più o meno marcatamente citati, a partire dal celebre Il modello di Pickman che vediamo anche in copertina. Ma non li voglio elencare tutti, sempre che io li abbia colti, per non togliere il gusto di cercarli.
Mi è piaciuto anche come Boselli abbia voluto bacchettare Lovecraft, che pure omaggia in tutto l'albo, per i suoi atteggiamenti chiaramente razzisti e ottusi nei confronti degli immigrati nella New York in cui si trovò brevemente a vivere. E il più polemico, ovviamente, è il guerrigliero Kurjak.
Ai disegni abbiamo l'esordio di Paolo Raffaelli, bravo a dar vita agli incubi lovecraftiani e a creare un clima che richiama quello dei racconti dello sfortunato scrittore americano. Per la verità in alcune vignette non mi ha del tutto convinto come ha reso i volti dei personaggi principali, ma nel complesso il suo lavoro è superpromosso.
Insomma, un altro ottimo albo per questa serie!
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