venerdì 22 ottobre 2021

Army of the dead


Army of the dead è una pellicola del 2021 diretta da Zack Snyder, distribuita nei soli cinema degli Stati Uniti e poi arrivata in tutto il mondo tramite Netflix. Nonché è la seconda pellicola consecutiva con Dave Bautista che finisce in questo blog.
Army of the dead, stando all'argomento (gli zombi) dovrebbe essere un film che può essere classificato nel genere horror e azione, ma, guardando la locandina verrebbe da pensare che non può essere una pellicola che si prende realmente sul serio, ma che, al contrario, si classifica il quel filone di film con gli zombi comici, come ne sono stati recensiti molti in questo blog.
Andiamo alla trama, poi ne parliamo.
Siamo nel corso di una pandemia zombi (non è chiaro se sia coinvolta una sola città, Las Vegas o tutto il pianeta, comunque vediamo come tutto è iniziato). I sopravvissuti vivono come possono in una porzione della città assediata dagli zombi e barricati all'interno di una barriera fatta di container impilati. E ogni tanto qualcuno deve andare all'esterno.
Un losco figuro, proprietario di un casinò giapponese di Las Vegas che si trova in territorio zombi, propone a Scott (Dave Bautista) di mettere insieme una squadra per andare a scassinare il caveau del casinò e portargli tutti soldi. Scott sarà lautamente pagato e deciderà lui che quota lasciare ai restanti membri. E così parte il reclutamento e poi anche la missione, di cui faranno parte anche un ambiguo uomo di Tanaka (il proprietario del casinò) e la figlia di Scott, alla ricerca di un'amica dispersa in territorio zombi.
E il resto è quello che ci si può aspettare da un film come questo, con zombi che uccidono esseri umani e umani che mitragliano zombi. Con dei morti viventi che sono un po' diversi dai soliti. Alcuni di questi sono in qualche modo evoluti. Sono in grado di pensare e provare emozioni (e forse anche di fare dei figli!!!) e sono organizzati in una vera e propria società. Molti di questi sembrano quasi dei superguerrieri, più che dei veri e propri zombi, cosa che, in effetti è coerente con quello che sembra essere l'inizio di tutto. E alcuni zombi sono anche animali.
Detto questo, la pellicola vuole essere un film fracassone, con protagonisti un gruppo di sfigati, ma tosti, che combatte furiosamente in mezzo ai mostri di turno, senza troppe pretese di trama e con qualche strizzata d'occhio alla comicità.
Purtroppo il prodotto finale non riesce completamente nell'obiettivo. Lasciamo stare la comicità, che non sembra essere inserita poi così bene nella pellicola. Army of the dead non è brillante come Benvenuti a Zombieland, ma nemmeno raggiunge il suo ripetitivo sequel, Zombieland - Doppio colpo, non è demenziale come Manuale scout per l'apocalisse zombie e non è "raffinato" come L'alba dei morti dementi. Semplicemente si tratta di una pellicola sugli zombi condita con qualche battuta, che non sempre fa ridere e che, soprattutto, cerca di far capire allo spettatore di non essere troppo seria. Guardar questo film è un po' come quando s'incontrano quei tipi che hanno l'abitudine di raccontare balle: li si ascolta sapendo già che staranno per raccontare una sciocchezza o una cosa esagerata.
Senza porsi troppe domande sulla trama, che è molto semplice e, soprattutto, sulla sceneggiatura, che è un po' troppo debole, funzionano alcune scene, più che altro quelle d'azione, grazie ai rocciosi Dave Bautista e Omari Hardwick, con il primo a tratti un po' troppo statico. Forse Army of the dead dimostra che Bautista non è perfettamente in grado di reggere interamente una pellicola da solo per quanto, nel Marvel Cinematic Universe abbia dimostrato di gestire molto bene un personaggio che inserisce in un ampio gruppo dove, però, sona altri a portare sulle proprie spalle l'intera trama.
Complessivamente però, ho notato dei frequenti cali di tensione, sia per una pellicola horror, sia per una pellicola d'azione, soprattutto a causa di una durata eccessiva, praticamente due ore e mezza, non sufficientemente riempite da una sceneggiatura troppo poco ricca di elementi. Due ore e mezza di pellicola che non riescono nemmeno a essere sufficienti per gestire i tanti, forse troppi personaggi che vanno a comporre il gruppo. Che alla fine è pure paradossale, il regista (Zack Snyder) e sceneggiatori (lo stesso Zack Snyder, Shay Hatten e Joby Harold) hanno necessità di tempo per gestire i tanti personaggi e abbondanza di minuti a disposizione, ma non riescono a sfruttarli a dovere e, anzi, li sprecano. Non è mai facile fare delle storie corali, perché poi i personaggi vanno caratterizzati e approfonditi (almeno un minimo, anche in film cazzoni come questi). E invece qui i personaggi bidimensionali sono uno dei problemi dell'intera pellicola. A parte alcuni membri del gruppo, che almeno un po' funzionano, molti non sono altro che pure comparse, la cui morte (eh sì, ovviamente ne moriranno parecchi. Ma dai, non è uno spoiler, era evidente che doveva andare così) non è particolarmente coinvolgente, perché per lo spettatore sono e restano dei perfetti sconosciuti, appunto delle comparse. E allora poteva essere più utile mettere meno carne da macello, ma approfondire un po' di più i personaggi, per poi rendere più significativa la loro morte. E dire che l'introduzione della pellicola, costituita dal reclutamento, è anche piuttosto lunga, anche troppo, ma non riesce ugualmente a spingersi sufficientemente a fondo per rendere alcuni dei personaggi significativi ai fini della trama. Peccato, perché la mano principale che sta dietro Army of the dead è quella di Zack Snyder, quello che è stato regista anche di pellicole di successo come L'alba dei morti viventi (il remake di Zombi di Romero), 300 (di cui è stato anche sceneggiatore), L'uomo d'acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice e dei meno riusciti Watchmen e Sucker Punch (anche sceneggiatore) nonché si è occupato della sceneggiatura di 300 - L'aba di un impero, sidequel di 300. In pratica non stiamo parlando proprio dell'ultimo arrivato!
Insomma alla fine Army of the dead arriva senza troppi sussulti verso un finale effettivamente più intenso rispetto alla restante pellicola, ma di certo non memorabile.
E quindi la pellicola si guarda, ma senza troppa passione, con troppo spesso un sopracciglio che si alza per la perplessità. Il fatto è che se la perplessità viene superata dalla meraviglia, è solo un momento che passa e viene dimenticato, ma se la meraviglia non c'è...

4 commenti:

  1. Una zozzeria incredibile, non si salva nemmeno quando cerca di non prendersi sul serio.

    Watchmen comunque rimane il suo titolo migliore, per me... 😅

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che io ho voluto essere più possibilista. Ma comunque è una pellicola veramente scarsa. E dire che Snyder ha dimostrato di saper fare molto meglio. E non può nemmeno incolpare la sceneggiatura, perché ha lavorato anche a quella

      Elimina
    2. E pure alla fotografia - con errori da principiante clamorosi...

      Elimina
    3. Hai ragione, si è occupato anche della fotografia, non l'avevo notato. Ma forse non è Zack Snyder, ma il gemello somaro...

      Elimina

Powered By Blogger