Siamo arrivati al capitolo millemila dei lungometraggi del Marvel Cinematic Universe, quarta pellicola dedicata a Thor, il Dio del Tuono, Fase Quattro, parte della Saga del Multiverso, bla, bla, bla.
Gorr (Christian Bale), un tipo che vive in un qualche pianeta del Multiverso, dopo aver visto morire la propria figlia Love, malgrado ripetute richieste di aiuto al suo dio, Rapu, entrato in possesso della Necrospada, un'arma in grado di uccidere gli dei, decide di andare a dirne quattro alla sua divinità. Dopo aver ucciso Rapu, capisce che la sua missione è sterminare gli dei. Tutti. Che un po' di ateismo non fa male, anche nel mondo immaginario della Marvel.
Nel frattempo Thor (sempre lui, Chris Hemsworth), dopo un periodo in cui si è più o meno ripreso dagli eventi del passato, più meno che più, lascia i Guardiani della Galassia coi quali si era momentaneamente accasato e va in soccorso di Sif (Jaimie Alexander), la quale gli ha inviato un messaggio di aiuto. Qui scopre dell'esistenza di Gorr e del suo progetto di sterminio degli dei. E qual è uno dei posti in cui si trovano più dei? Ma certo New Asgard.
Nel frattempo a New Asgard Jane Foster (Natalie Portman), la scenziata ex fidanzata di Thor, alla quale è stato diagnosticato un cancro in fase terminale, è entrata in possesso dell'autoricostruito Mjolnir e ha acquisito più o meno i poteri di Thor. Come abbia fatto Mjolinr a ricomporsi e come abbia fatto Jane a impugnarlo lo scoprirete vedendo il film, mica ve lo racconto io qui!
E così, il gruppo composto da Thor, Valchiria (Tessa Thompson, che dirige New Asgard), Jane e Korg (lo stesso regista Taika Waititi, l'alieno fatto di pietra che Thor ha conosciuto nel pianeta in cui ha affrontato Hulk in Thor: Ragnarok) iniziano la loro missione contro il potentissimo Gorr, non senza aver tentato di ottenere invano la collaborazione nientemeno che di Zeus (Russell Crowe), il capo di tutto gli dei del Multiverso, nonché il suo potentissimo fulmine.
Questa più o meno è la trama.
Il resto sono scene in cui il solito Dio del Tuono, qui psicologicamente particolarmente fragile, fa cose impossibili e coi suoi incredibili poteri distrugge tutto quando serve che lo faccia, ma le prende quando serve che debba prenderle, Jane Foster, la Dea del Tuono fa più o meno la stessa cosa, ma in maniera più goffa, non conoscendo ancora i suoi poteri e il tutto si svolge in una marea di scenette comiche quando non direttamente ridicole.
Da amante del fantasy, Thor è uno dei personaggi della Marvel che mi piacciano di più e mi è piaciuta pure la versione che ne è stata ricostruita nel Marvel Cinematic Universe, soprattutto grazie a Taika Waititi, eppure...
Eppure c'è qualcosa che non va.
Le pellicole del Marvel Cinematic Universe hanno sempre avuto, fin dal primo Iron Man, un approccio al grande schermo basato sull'ironia, come se i supereroi in calzamaglia o armatura che sia non si volessero mai prendere sul serio. Uno stile quindi ben diverso dai drammi degli X-Men della Fox, che pure non disdegnano qualche battuta comica, Deadpool a parte che invece sull'ironia anche irriverente si basa, ma soprattutto agli antipodi dei seriosi film della DC (non tutti, per la verità).
Poi con la pellicola Guardiani della Galassia, il regista James Gunn ha virato pesantemente sulla commedia, trasfomata addirittura in parodia nel sequel Guardiani della Galassia vol. 2. Comicità estrema che non è mancata anche nelle pellicole Ant-Man e Ant-Man and the Wasp e in quelle dell'Uomo Ragno, soprattutto la prima. Nel calderone della comicità estrema è caduto anche Thor, quando, per risollevare un po' gli incassi dei film dedicati al personaggio (comunque ottimi, eh, ma forse inferiori ad altri), la regia del terzo capitolo, Thor: Ragnarok fu affidata a Taika Waititi, regista specializato in commedie. E infatti Thor: Ragnarok fu una vera e propria commedia, condita, però, con scene epiche mica da poco, perfettamente adatte al Dio del Tuono. Non a tutti piacque, per la verità, ma fu comunque un buon film (che portò a incassare 854 milioni di dollari, a fronte di 180 milioni di dollari spesi, facendo il record per il personaggio, dato che Thor, il primo, si fermò a 449 milioni e il secondo, Thor: The Dark World 645 milioni. Quindi un successo, almeno dal punto di vista commerciale).
In questo caso, a fronte di 250 milioni di dollari spesi (mica pochi, dato che si tratta della cifra più alta dai tempi di Avengers: Endgame), gli incassi sono stati di 761 milioni. Comunque non pochi. Il problema, però, è che probabilmente a Waititi, autore anche della sceneggiatura insieme a Jennifer Kaytin Robinson, deve essere un po' scappata la mano, perché qui la comicità, che personalmente mi va benissimo in queste pellicole, è oggettivamente troppa. Sembra quasi di non essere più davanti a un normale film di supereroi, ma a una pellicola per bambini o, addirittura, a una pellicola della serie Le Comiche, con Paolo Villaggio e Renato Pozzetto, il ché non è il massimo per un film di supereroi della Marvel! Personalmente mi ha fatto divertire, ma ormai ci siamo allontanati troppo dall'ottimo standard che negli anni la Marvel era riuscita a costruire.
Sarà che forse dopo Avengers: Endgame la magia è un po' finita, perché Avengers: Endgame ha rapprentato la fine definitiva di un super ciclo iniziato col primo Iron Man. Sarà anche che questa nuova fase del Multiverso non si capisce bene dove voglia arrivare e per il momento sembra che i vari episodi siano scollegati fra loro. Sarà che quello che era da dire è stato detto. Sarà che durante il periodo dei lockdown mondiali la Marvel si è fermata con le uscite al cinema e si è dedicata alla serie TV, dato che la gente poteva vedere quelle (e a me le serie TV non è che mi facciano proprio impazzire). Sarà infine che diventa sempre più difficile stupire lo spettatore, perché ormai le pellicole della Marvel ci hanno fatto vedere di tutto e di più e anche gli effetti speciali, alla lunga, finiscono per annoiare, perché più dell'impossibile non si può fare. Insomma, alla fine l'entusiasmo che c'era attorno alle pellicole Marvel si è un po' esaurito. Parlo per me. E queste pellicole non del tutto riuscite non aiutano certo.
Alla Marvel va ancora bene così, gli incassi coprono ancora ampiamente le spese e, anzi, garantiscono guadagni mica male. Però secondo me il Marvel Cinematic Universe avrebbe bisogno di un rilancio. Perché tutte le cose sono destinate a finire prima o poi e se lo si capisce in tempo, la fine può essere anche indolore (con Thor: Love and Thunder parliamo di una pellicola che ha incassato il triplo delle spese, comunque siamo ancora lontani dal disastro!). Se vogliamo la nuova Saga del Multiverso voleva essere proprio questo rilancio, ma al momento non mi pare che l'obiettivo (non parlo degli incassi, che forse sono la cosa più importante per chi produce film) sia stato raggiunto.
Nessun commento:
Posta un commento