Black Mirror è una serie TV britannica la cui prima stagione, 3 soli episodi in tutto, risale al 2011. Prodotta fino al 2019, è arrivata a 5 stagioni (anche la seconda e la quinta di 3 episodi, mentre la terza e la quarta sono di 6), più un episodio speciale del 2014 che si colloca fra la seconda e terza stagione. Black Mirror è una serie strana, in cui ogni episodio è a sé stante e tutti sono incentrati sulla diffusione delle nuove tecnologie, sull'assuefazione a esse e sui vari effetti collaterali che portano sulle persone e sulla società. Nel 2018, prima dell'inizio della quinta stagione e nel 2019, dopo la fine, sono usciti anche due spin-off di episodi brevi, quasi dei cortometraggi, il primo polacco (4 episodi) e il secondo realizzato in America Latina (3 episodi). Comunque io di tutti questi non ne ho visto nemmeno uno e Black Mirror: Bandersnatch sono riuscito a guardarlo ugualmente.
Dopo il primo spin-off e prima dell'ultima stagione è stato prodotto anche questo insolito film interattivo, nel 2018. Che cos'è un film interattivo? Facciamo un passo indietro.
Chi conosce i librigame? Si tratta di veri e propri libri che contengono una trama narrata in cui il lettore ha un ruolo attivo. Come? In determinati punti della narrazione il lettore, che in genere si immedesima nel protagonista, è chiamato a fare delle scelte fra due o più possibilità e in base alle scelte fatte la trama può proseguire verso percorsi diversi. In genere i librigame sono costituiti da brevissimi capitoletti, a volte di poche righe, altre un po' più lunghi, ma raramente oltre la pagina, identificati con un numero progressivo. Leggendo il libro il lettore viene chiamato, alla fine di ogni capitoletto, a fare delle scelte. Ogni scelta corrisponde a un numero di un altro capitoletto che si dovrà andare a leggere. La lettura di un librogame non è quindi lineare e, inoltre, è possibile che rileggendo lo stesso libro la trama cambi in maniera anche importante rispetto alla prima lettura, proprio per via delle diverse scelte. Hanno avuto una grande diffusione negli anni ottanta e novanta, poi nel tempo sono stati progressivamente quasi dimenticati. In Italia sono famosi fra gli altri quelli della Edizioni EL, che ne ha pubblicati innumerevoli fino al 1999, suddivisi in oltre trenta serie fra le quali quella famosissima di Lupo Solitario, costituita da 28 volumi pubblicati fra il 1984 e il 1998, più altri 3 dal 2015 al 2021 alla ripresa delle edizioni dovuta a un rinnovato interesse verso questi prodotti e un nuovo volume ancora da pubblicare, nonché addirittura una serie spin-off, Oberon, di 4 volumi in tutto. Lupo Solitario e Oberon sono fantasy puro e sono stati scritti da Joe Dever, autore di molti altri librigame e anche romanzi ambientati nello stesso mondo di Lupo Solitario, ma i generi spaziano dalla fantascienza al giallo, dall'horror all'avventura classica, ecc.Ma dopo questo pippone, ne vogliamo parlare Black Mirror: Bandersnatch? Sì, perché dicevamo che Bandersnatch è un film interattivo, ossia una pellicola che si sviluppa esattamente come un librogame. Guardabile solamente tramite l'uso di una smartTV, lo spettatore è chiamato, nel corso della visione, a prendere delle decisioni fra due opzioni che riguardano quello che dovrà fare il protagonista. In base all'opzione scelta, la trama cambierà anche parecchio. Ma qui si va anche oltre. La pellicola si svolge nell'Inghilterra del 1984 dove Stefan Butler (Fionn Whitehead) è un giovanissimo programmatore di videogiochi che sta progettando un videogioco innovativo basato su un enorme librogame di cui è appassionato, Bandersnatch, appunto. L'omonimo librogame è stato scritto, nella finzione, da Jerome F. Davies, uno scrittore visionario che, a causa delle innumerevoli sostanze allucinogene assunte e, soprattutto, a causa del caos di storyline ideato per scrivere Bandersnatch, è impazzito. Strada facendo anche Stefan, già provato di suo a causa della morte della madre quando era bambino, iniziarà a essere preda dello stesso delirio che ha preso Jerome e le conseguenze saranno per lo più drammatiche. Bandersnatch nella realtà è anche un vero videogioco che avebbe dovuto uscire proprio nel 1984, poi mai uscito a causa del fallimento dell'azienda che lo stava producendo.
Se questo schema di sviluppa Black Mirror: Bandersnatch. Il film, quindi, non contiene una sola trama, ma molte trame, che derivano dalle scelte fatte dallo spettatore e, ovviamente, contiene molti finali, anche molto diversi fra loro. Non c'è, come nei librigame, un finale che corrisponde al completamento della trama e tanti altri finali che corrispondono al fallimento (in genere alla morte del protagonista o qualcosa di simile che comunque impedisce di raggiungere l'obiettivo prefissato). Qui ogni finale è, se si vuole, definitivo. Raggiunto un finale è possibile vedere i crediti della pellicola, oppure riprendere la visione, per esplorare altre strade O, almeno, nella maggior parte dei casi è così. Non sempre in realtà è possibile tornare indietro. In questo caso rivedendo molto velocemente e in maniera riassunta alcune delle ultime scelte fatte. La visione del film ha, quindi, una durata variabile derivante dalle scelte dello spettatore, che può andare da un minimo di 40 minuti, se le scelte portano alla trama più breve, fino a 2 ore e mezza se si riesce, cosa non semplice, a vedere tutto. Anche perché alcuni percorsi è possibile intraprenderli solamente dopo aver raggiunto un determinato finale, decidendo di continuare la visione, con delle possibilità che, però, sono diverse da quelle proposte la prima volta. Alla fine la visione "media" dura circa 90 minuti (considerando anche che lo spettatore in genere potrebbe cercare di percorrere più strade). Alcuni finali risultano anche "nascosti" e difficili da raggiungere.
Non saprei fino a che punto definire Black Mirror: Bandersnatch un film e fino a che punto un gioco, così come i librigame si trovano proprio sul confine che separa il romanzo dal gioco, ma il prodotto finale, seppur con tutti i limiti del caso, non manca di fascino. Non manca di fascino innanzi tutto per l'originalità. Quando guardiamo un film, è normale chiedersi cosa sarebbe successo se il protagonista avesse fatto scelte diverse, ma queste rimangono per forza delle congetture della nostra mente. E invece qui le scelte fatte dallo spettatore e non dal protagonista (o dallo sceneggiatore) diventano proprio il fulcro della trama. Certo, ci sono dei limiti, come ci sono dei limiti in un librogame. Quando leggo un librogame ho la libertà di fare delle scelte che possono cambiare anche in modo significativo la trama, ma mi trovo sempre dentro un percorso prestabilito dallo scrittore. Ovviamente. La stessa cosa avviene anche con Black Mirror: Bandersnatch e diversamente da così non potrebbe essere. La libertà totale (o quasi) si può raggiungere solamente con un gioco di ruolo!
Ma supponiamo che Black Mirror: Bandersnatch non sia solo un gioco, ma qualcosa di più. Se vogliamo un esperimento. O anche una provocazione. Può lo spettatore sostituirsi allo sceneggiatore? Quali saranno i risultati? Il protagonista, Stefan, inizia a essere sempre più ossessionato dalle scelte per via del complesso gioco per computer che sta programmando e questa ossessione, nonché questa situazione, collegata alle scelte dello spettatore, a un certo punto travalica anche i limiti della quarta parete. Ma di più non scrivo, per non rivinare la visione, sempre che si riesca ad arrivare in questo percorso della trama.
Nei limiti di quello che vuole essere questo prodotto (qualsiasi cosa voglia essere) risulta persino affascinante al termine di ogni finale continuare la visione rivedendo delle scelte già fatte per proseguire verso altri sviluppi di trama e altri finali, come se si vedesse un film che si sviluppa su più mondi paralleli, dove a un certo punto non si capisce più chiaramente cosa sia realmente avvenuto e cosa no, cosa che viene ingigantita dal fatto che la sceneggiatura è stata scritta dal punto di vista del protagonista e a un certo punto il suo delirio diventa parte della trama stessa.
Per concludere, un film interattivo come questo difficilmente potrà essere guardato come una pellicola con un valore cinematografico e tutti i limiti sono più che evidenti. E non credo nemmeno che i film interrativi in futuro possano avere un particolare sviluppo, eppure... Eppure non nego che il risultato finale non sia del tutto da buttare via. Anzi. Come esperimento lo ritengo anche abbastanza interessante.
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