Quando si parla di immigrazione e di barconi che sbarcano in Europa probabilmente si hanno le idee un po' confuse, traviati da un'informazione che per lo più vuole far sembrare questo fenomeno come una minaccia per gli europei. Una minaccia sulla quale i trafficanti di persone lucrano e i politici di destra sguazzano per raccogliere voti.
Ecco, guardare una pellicola come questa credo che abbia una valore suprattutto educativo, perché aiuta ad aprire gli occhi e conoscere una realtà che effettivamente conosciamo poco e della quale a volte sembra che ci vogliamo tenere lontani, perché... è quasi meglio "non sapere".
Partiamo subito da un'informazione essenziale per capire questa pellicola e rendersi conto che non ci troviamo di fronte a una storia di fantasia: la vicenda narrata nel film Le nuotatrici è una STORIA VERA. La vicenda, che proprio grazie a questa pellicola è diventata abbastanza nota, è quella di Yusra Mardini, una nuotatrice siriana costretta ad abbandonare la sua terra natia, la sua famiglia, suoi amici e le sue passioni a causa della guerra.
Ma andiamo con ordine e descriviamo un po' la trama.
Yusra e Sarah Mardini (interpretate dalle sorelle Nathalie e Manal Issa) sono due promettenti nuotatrici di Damasco allenate dal padre Ezzat Mardini (Ali Suliman) ex nuotatore pure lui. Entrambe fanno parte della nazionale di nuoto della Siria, ma mentre la più giovane, Yusra, vede nella sua vita solo il nuoto e sembra piuttosto promettente, la maggiore, Sarah, è attratta anche da altro.
Yusra e Sarah non vivono come vivono gli immigrati nel nostro falso immaginario collettivo. Economicamente la famiglia non pare avere particolari problemi, a parte vivere in un paese in guerra. Insieme ad altri ragazzi e ragazze frequentano locali e feste piene di giovani. Sono entrambe musulmane, ma non indossano il velo e sembrano a tutti gli effetti due normalissime ragazze europee.
Il problema è che in Siria si vive di merda. I soldati presidiano le strade, ogni sera si vedono i fuochi degli edifici in fiamme a causa dei bombardamenti e un giorno, durante una gara, Yusra non muore solo perché la bomba che cade nella piscina in cui sta gareggiando non esplode per un difetto di fabbricazione. In pratica se sei un giovane e vivi in Siria non puoi avere un futuro.
E così Sarah decide di partire per l'Europa e convince la sorella Yusra ad andare con lei. La famiglia Mardini deciderà di appoggiare le due ragazze, perché il padre sa che solo in Europa la figlia potrà coronare il suo sogno di nuotatrice. Le due ragazze saranno accompagnate dal cugino Nizar (Ahmed Malek), anche lui in cerca di un futuro in Europa, col sogno di diventare un DJ.
Partite con alcune migliaia di Euro in tasca, i telefoni cellulari e poco altro, le due ragazze iniziano col cugino la loro odissea. Perché sì, sempre nella narrazione che ormai è predominante, uno si dovrebbe immaginare un migrante che dall'Africa o dall'Asia cerca di venire in Europa come un trogrolodita che vive in un villaggio agli albori del progresso e così c'è chi fa ironia sul fatto che i migranti siano tutti dotati di telefono. Ma per la miseria, come dovrebbero fare Yusra e Sarah e anche Nizar a rimanere in contatto con la famiglia, se non avessero con loro dei telefoni cellulari? E poi questi sono ragazzi, che vivevano a caso loro, a Damasco, esattamente come dei ragazzi europei e a casa loro ci sarebbero pure rimasti, se la guerra non avesse fatto capire loro che la vita lì stava diventando ogni giorno più impossibile.
L'evento centrale della storia delle sorelle Mardini è l'attraversamento dell'Egeo e non credo di spoilerare niente se lo accenno, dato che è cosa nota. Dato che il gommone su cui stanno viaggiando è strapieno e imbarca acqua, l'unico modo per non morire tutti è farsi la traversata a nuoto, rimanendo in contatto con gli altri. E così Yusra e Sarah, che sono nuotatrici provette, fanno l'impresa. Nella realtà insieme ad altri due migranti che si danno il cambio, ma poco cambia. Ma oltre a questa impresa, che alla fine fa parte solamente di una piccolissima parte del film, la pellicola descrive anche come le due sorelle, soprattutto Yusra, riescono, una volta arrivate in Germania dopo mille peripezie, a ricominciare ad allenarsi e alla fine a partecipare alle Olimpiadi (anche questo non è uno spoiler, è la storia reale della minore delle sorelle Mardini). Ma, soprattutto, la pellicola descrive in maniera drammatica, ma estremamente realistica e senza fronzoli tutto il viaggio affrontato dalle sorelle, dal cugino Nizar e dai tanti migranti che le due sorelle conoscono durante il viaggio e che provengono da varie terre martoriate da guerre, carestie e altri problemi che li spingono a cercare una vita altrove. Fre le truffe, i rischi, le violenze, i tentativi di stupro, gli sfruttamenti e non ultima una quasi infinita situazione di stasi una volta giunte nel punto di raccolta in Germania, la pellicola ci fa vedere in maniera estremamente chiara quale sia l'odissea che vivono i migranti che a un certo punto della vita si trovano più o meno costretti a decidere di venire in Europa. E, va detto, in questo caso la vicenda delle sorelle Mardini finisce pure bene, almeno per Yusra, dato che Sarah, una volta arrivata a destinazione, ha scelto una strada diversa dalla sorella, non senza conseguenze. Perché la pellicola descrive questa storia, ma, come s'intuisce chiaramente, non tutte le storie dei migranti finiscono bene.
Una pellicola da vedere se si vuole capire meglio cosa spinga queste persone a rischiare la vita per venire in Europa e per capire meglio anche quale odissea comporti questa scelta. Senza falsi buonismi, ma per conoscere un fenomeno attuale che, diversamente, sembra diventato solamente uno strumento di propaganda nelle mani dei partiti più scellerati.
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