Ci sono film che mirano alla perfezione eppure basta una sbavatura per rovinare tutte le speranze del regista. Altre volte, invece, ci sono film largamente imperfetti, che lo capisci da subito che ci sono cose che non vanno, eppure reggono ugualmente dall'inizio alla fine e, tutto sommato, funzionano, per cui alle imperfezioni ci passi tranquillamente sopra.
Ecco All'ombra della luna probabilmente è un film imperfetto, ma questo non gli impedisce di essere comunque un buon film.
Ma proviamo, senza rivelare troppo, a descrivere un po' di trama.
Siamo nel 2024 e vediamo qualche immagine di una città (quale? Non lo sappiamo) dove pare evidente che le cose non siano andate troppo bene.
Deve essere successo qualcosa, forse una guerra e non è finita proprio bene. Che poi questo film è uscito nel 2019 e il 2024 era lontano ancora 5 anni. Vederlo oggi fa un effetto un po' diverso, dato che... ormai ci siamo!
Comunque le scene nel 2024 durano veramente poco, dato che subito dopo ci ritroviamo nel 1988, a Filadelfia, con Thomas Lockart (Boyd Holbrook), un giovane poliziotto, che saluta la moglie Jean (Rachel Keller) per poi recarsi al lavoro insieme al collega e amico Maddox (Bokeem Woodbine). I due devono indagare sulla morte inspiegabile avvenuta quasi contemporaneamente, di tre persone, una conducente di autobus, un cuoco di una tavola calda e un pianista. Tre persone che non si conoscono, ma che sono morte nello stesso modo: all'improvviso hanno avuto un'emorragia da naso, occhi e orecchie che ha causato lo scioglimento del cervello. Le tre vittime hanno anche tre fori nella nuca. A capo delle indagini è invece l'ispettore Holt (Michael C. Hall), fratello di Jean.
C'è però una quarta persona che è stata aggredita, una ragazza in una discoteca, che morirà fra le braccia di Thomas, Maddox e Holt, dopo aver descritto l'identikit dell'aggressore, una giovane donna afroamericana, con una giacca con cappuccio blu e la mano sinistra ferita. Ragazza che Thomas e Maddox riusciranno a rintracciare e...
E basta, poi mi fermo, perché sto raccontando tutto il film, anche se questo è il prologo.
Comunque l'indagine di Thomas si rivelerà molto più complessa e misteriosa del previsto e non solo. Questi strani omicidi continueranno a verificarsi esattamente ogni 9 anni e a commetterli sarà sempre la stessa misteriosa assassina, tanto che Thomas finirà per essere ossessionato da questo caso impossibile e la sua vita ne risulterà devastata. Sempre senza scendere nei dettagli. Comunque, come avrà notato qualcuno vedendo le etichette e semplicemente notando che la pellicola inizia nel 2024, sono coinvolti dei viaggi nel tempo. Evviva!
C'è anche da dire che fino a un certo punto non si capisce assolutamente cosa stia accadendo, chi sia la misteriosa assassina (della quale non scrivo nulla), perché torni a uccidere ogni 9 anni e come faccia, né quali siano le sue motivazioni. Poi a un certo punto la trama inizia a prendere un binario un po' più certo e il castello ideato da Gregory Weidman e Geoff Tock e messo in scena da Jim Mickle diventa un po' più chiaro.
Se devo essere sincero ho anche il sospetto che lo schema derivante dai viaggi nel tempo, comunque ben fatto, abbia qualcosa che non funziona, a meno di non ricorrere alla teoria delle dimensioni (si veda qui una mia lunga dissertazione semi scientifica sui viaggi nel tempo). Ma tanto lo sappiamo già che, salvo qualche rara eccezione, quando si creano storie che contengono dei viaggi nel tempo, la coerenza totale è quasi un'utopia. Mentre lo stavo guardando, da "esperto" di trame contenenti i viaggi nel tempo, mi si deve essere alzato un sopracciglio. Poi sarà stata la teoria dell'acquario (ottimamente descritta da Darth Von Trier in un post di quasi dieci anni fa su I 400 calci), ma alla fine ci sono passato su, perché tutto sommato, all'interno dello schema messo in piedi all'interno di All'ombra della luna, la spiegazione finale, che poi è anche il motore dell'intera pellicola, ci può stare, al netto delle manie da nerd dei viaggi nel tempo.
Dubbi logici a parte, che in ogni caso sono sempre ammissibili nelle storie che contengono viaggi nel tempo, e a parte anche qualche supercazzola o "maccosa" che dir si voglia, inserite qua e là lungo tutta la pellicola, alla fine All'ombra della luna, pur nella sua imperfezione, funziona eccome. Funziona la trama, funzionano i personaggi, funziona l'ambientazione. Funziona anche lo stile. La pellicola, a parte il brevissimo inizio nel 2024, si svolge in successione nel 1988, nel 1997, nel 2006 e nel 2015. Al di là della ricostruzione storica delle ambientazioni che è ben fatta, sembra proprio che le varie parti siano stilisticamente girate negli anni in cui si svolgono, dato che il modo di fare film del 1988 era diverso dal modo di fare film del 2015. Una piccola finezza voluta dal registra, che magari non tutti avranno colto, ma che contribuisce a impreziosire il prodotto finale.
E mettiamoci poi il supermetaforone finale, abbastanza scontato, ma ovviamente condivisibile, che è strettamente correlato alla trama, ma che per tutta la durata della pellicola non possiamo cogliere, intanto perché Jim Mickle non ci fa vedere un piccolissimo dettaglio se non alla fine e perché sempre fino a un certo punto non sappiamo quali siano le motivazioni della misteriosa assassina.
Insomma, All'ombra della luna non sarà il miglior thriller fantascientifico o film sui viaggi nel tempo che abbia visto eppure ha tutta la dignità che deve avere un buon film, che quindi mi sento di consigliare.
Nessun commento:
Posta un commento