E avanti col volume 25 della mega saga La Leggenda di Drizzt, terzo capitolo della quadrilogia di Neverwinter.
Come già scritto per i due precedenti volumi Gauntlgrym e Neverwinter, R.A. Salvatore ha voluto, con questa quadrilogia, riprendere il suo storico e più famoso personaggio e rinverdirne le trame, facendo un balzo avanti nel tempo, con nuove avventure e nuovi personaggi. Operazione, però, che, sempre come avevo già scritto, è riuscita solo in parte. Un po' perché non risulta chiarissimo dove Salvatore voglia andare a parare, un po' perché, anche questo l'avevo già scritto, quello che è parte di questa quadrilogia tende un po' a sapere di "già letto".
Ma scriviamo un po' della trama, poi andiamo ai commenti.
Drizzt e Dahlia sono intenzionati a entrare a Neverwinter e ad affrontare Herzgo Alegni, il thiefling capo degli Shadovar che si è stabilito nella cittadina ricostruita, facendosi accettare, con la paura, dai suoi abitanti. Ma se Dahlia è quanto mai determinata, seppur con motivazioni tutte personali, Drizzt è molto più titubante. Non mancano gli ostacoli, dato che Herzgo Alegni sa dell'arrivo dei suoi avversari e, tramite lo stregone tiefling Effron, ha inviato una squadra a fermarli.
Drizzt e Dahlia troveranno un insperato alleato in Barrabus il Grigio che, come già abbiamo appreso nel precedente romanzo, altri non è che lo storico avversario di Drizzt, nonché suo alter ego, l'assassino Artemis Enteri. Cosa c'entra Entreri in tutto questo? Il formidabile assassino per anni e anni ha utilizzato l'Artiglio di Caronte, la spada magica senziente che ora è nelle mani di Herzgo Alegni e che permette al thiefling di controllare Entreri. Quindi Entreri non può affrontare Alegni, ma può fare in modo che Drizzt e Dahlia lo raggiungano e lo sconfiggano, in modo da renderlo finalmente libero.
Questa è più o meno la trama del terzo romanzo, con l'aggiunta degli elfi scuri del Buio Profondo, che sono interessati a Gauntlgrym e stanno arrivando con una spedizione destinata a incontrare la strada di Drizzt.
Sì, perché ancora una volta, così come era successo col primo romanzo di questa quadrilogia, sembra che Salvatore vada un po' in qua e in là, a zig zag. La trama che ho descritto, infatti, riguarda la prima parte del romanzo, che dal punto di vista delle pagine è esattamente la metà. Nella seconda parte, dove avverrà l'incontro con gli elfi scuri, si sviluppa una trama derivata della prima parte.
Le capacità narrative di Salvatore sono sempre le stesse, decisamente buone per il prodotto in questione (non dimentichiamoci che stiamo parlando di romanzi che sviluppano un'ambientazione di un gioco di ruolo, non certo di alta letteratura), ma con questa quadrilogia sembra proprio che si stia descrivendo una campagna di Dungeons & Dragons, con tutti gli evidenti limiti che da ciò derivano. Il povero Drizzt, dopo aver perso la sua compagna e tutti i suoi amici, vuoi per morti violente, vuoi per l'età e dopo aver affrontato nemici, avversari e mostri di ogni sorta, è nuovamente afflitto da nuovi dubbi morali (interessanti quelli di questo giro) e deve affrontare nuovi nemici, che ormai Salvatore il Manuale dei Mostri l'avrà usato tutto!
Come avevo già scritto nelle precedenti recensioni, forse era il caso di mettere la parola fine a questa lunghissima macrosaga, che pur partendo da basi non alte, aveva comunque raggiunto discreti livelli ed era diventata iconica nel settore.
Vediamo come terminerà la quadrilogia. Salvatore ha già scritto dei romanzi successivi, ma da quello che leggo nelle quarte di copertina si tratta di un requel ancora più spinto dell'intera saga. Nel qual caso... anche no!
C'è da dire che in questo volume la seconda parte se da un lato sembra proprio la descrizione di una sessione di Dungeons & Dragons, dall'altro è veramente incalzante, come spesso ci aveva abituato in passato Salvatore e, come lettura leggera va più che bene.
Vediamo come si concluderà l'ultimo volume della quadrilogia.
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