mercoledì 17 giugno 2020

N. 8 - Il segreto degli Ubiqui (Dragonero n. 85)


Erano mesi che non recensivo un albo di Dragonero, anzi, nel nuovo corso Dragonero il Ribelle e finalmente ho trovato il tempo per scrivere qualche riga su questa grande impresa fantasy della Bonelli.
Già dal titolo s'intuisce che per il nostro ex scout imperiale è giunto il momento di riprendere in mano la trama lasciata a lungo in sospeso con lontanissimo n. 12, Minaccia dal profondo, uscito in edicola nel maggio 2014. Gli Ubiqui, infatti, sono un'antichissima popolazione che viveva nel mondo di Ian e soci in un lontanissimo passato. Chiamati Ubiqui proprio per la loro capacità di trovarsi facilmente in molti posti, si pensa che utilizzassero le pietre sonore (pietre che non sono un'invezione del creatori di Dragonero, ma sono fortemente ispirate alle creazioni dell'artista sardo Pinuccio Sciola) sparse in tutto l'Erondar per aprire dei portali in grado di facilitare i loro spostamenti.
Proprio nell'albo n. 12 Ian, Gmor e Sera, al seguito del bizzarro mappatore imperiale Radah' El Kremater, scoprirono una città sotterranea e abbandonata degli Ubiqui che si trovava sotto Solian. Il mappatore casualmente riuscì ad attivare una pietra sonora e finì trasportato altrove, non si sa bene dove, faccia a faccia con un insettone gigante con tanto di cavaliere.

Prima di lunedì

Qua siamo nell'ambito della commedia italiana, sottogenere che raramente ha trovato spazioni in questo blog e che spesso, diciamolo, mi irrita. Ma per una strana convergenza astrale mi sono trovato a vedere questa pellicola.
Andiamo alla trama.
Andrea (Andrea Di Maria) e Marco (Fabio Troiano) sono due amici inseparabili. Due sfigatissimi e inconcludenti combinaguai. Mentre il primo è un impiegato, il secondo è un attore mancato, sempre alla ricerca di un contratto che non arriva mai e che vive di espedienti, come statua vivente o come comparsa ai funerali. Attività, quest'ultima, in cui coinvolge anche l'amico Andrea e che, già a inizio film, dimostra come i due riescano a combinare disastri anche nelle situazioni più semplici. Certo, si tratta di una comicità dozzinale e piuttosto spensierata e leggera, ma la prima scena alla fine funziona e mi è venuta voglia di continuare la visione.

domenica 7 giugno 2020

Logan - The Wolverine


Lo so, questo film è del 2017. Ma come sa chi frequenta questo blog, le recensioni non riguardano necessariamente i film usciti al cinema (che poi adesso al cinema non esce nulla, in attesa del fatidico 15 giugno!!!). Adesso era semplicemente il turno di Logan - The Wolverine.
In una serie di film, quando un attore invecchia è sempre un problema. La questione fu affrontata nella serie degli Avengers con Robert Downey Jr./Tony Stark e la morte del personaggio al termine della pellicola Endgame.
Lo stesso problema devono esserselo posti quelli della Fox, che produce i film degli X-Men. Uno dei personaggi più riusciti e forse più amati del fumetto, nonché uno dei personaggi più riusciti e più amati delle serie di film è sicuramente James Howlett. Chi? Logan, alias Wolverine, ottimanente interpretato da Hugh Jackman già a partire dalla prima pellicola del 2000. Non a caso, escluso Deadpool che è un po' un personaggio a sé stante, Wolverine è l'unico cui sono state dedicate delle pellicole in solitaria.
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