lunedì 13 maggio 2024

Civil War


Ma cos'è questo Civil War di Alex Garland cui tutti parlano?

Non è certo l'omonimo film degli Avergers, terzo capitolo di Capitan America, tratto da un'ottima serie di fumetti e nemmeno l'omonima canzone del Guns'n'Roses del 1990. Stiamo parlando di una pellicola che negli Stati Uniti ha fatto discutere parecchio, anche perché tratta di una guerra civile che si combatterebbe oggi negli Stati Uniti! E per di più in un film che esce quando tutti abbiano e soprattutto gli americani hanno ancora negli occhi le immagini dell'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e proprio negli Stati Uniti sta iniziando la campagna elettorale delle prossime elezioni presidenziali, cui dovrebbe partecipare un soggetto indirettamente (o direttamente!) collegato all'assalto.

Ma andiamo con ordine.

Intanto diciamo che Alex Garland non è proprio l'ultimo arrivato. E se non sapete chi sia, allora non mi state poi così tanto simpatici. Ma potete rimediare. Vi consiglio tre titoli che ho adorato: 28 giorni dopo (non avete mai visto 28 giorni dopo? Ma dai!), Sunshine ed Ex machina (non avete mai visto nemmeno Ex machina? Vabbè dai, sono qua per aiutarvi). Dei primi due Garland è sceneggiatore, del terzo è regista.

Ma torniamo alla guerra civile americana... contemporanea.

Gli Stati Uniti sono attraversati da una devastante guerra civile che ha completamente stravolto la nazione. Da una parte sta un presidente dispotico e dittatoriale e dall'altra più o meno una coalizione di Stati ribelli, guidata da una bizzarra alleanza fra Texas e California. Ormai le vicende della guerra civile volgono al termine e noi seguiamo le imprese della fotografa Lee (Kirsten Dunst) e del giornalista Joel (Wagner Moura), cui si aggiungono il vecchio giornalista Sammy (Stephen McKinley Henderson) e la fotografa in erba Jessie (Cailee Spaeny). I primi due hanno l'obiettivo di arrivare a Washington e intervistare il presidente, dato che da mesi nessuno è più riuscito a intervistarlo.

Oltre a Texas e California, che danno origine alle Western Forces e agli Stati centrali "lealisti", nella nazione sono presenti altre due fazioni, quella della Florida e Stati limitrofi e quella del nord-ovest, il New People's Army. E insomma, come in ogni guerra civile, vale la regola del tutti contro tutti.

Uno dei motivi per cui questo film fin da subito è parso controverso è proprio la sua tutt'altro che vaga verosimiglianza con la realtà americana attuale. La società americana è attualmente attraversata da forti divisioni che portano a importanti tensioni, ma fino al 6 gennaio 2021 nessuno avrebbe mai pensato che potessero portare a qualcosa di concreto. E invece così è stato. I deliri di QAnon hanno fatto presa su molte persone e l'attuale movimento MAGA (Make America Great Again) di fatto creato da Trump rumoreggia parecchio.

Eppure Garland è stato piuttosto furbo nel suo film politico, di cui è anche sceneggiatore. Intanto di questa guerra civile non sappiamo quasi nulla, perché ne vediamo solo l'epilogo. Poi il presidente che combatte contro i ribelli sarebbe ispirato proprio a Trump (anche se alla fine lo fa in modo molto vago) e i ribelli sarebbero capitanati da un'improbabile alleanza Texas-California, col primo Stato che, semmai, avrebbe potuto essere fra i ribelli nelle condizioni opposte in un caso reale. Quindi Garland, al contrario di quello che dicono i commentatori, alla fine della politica attuale negli Stati Uniti ne parla ben poco.

Quello che invece è centrale nel film è il giornalismo. I quattro protagonisti sono giornalisti liberi che in mondo senza più regole si aggirano fra mille pericoli per riportare i fatti. Come uno di essi ha modo di spiegare, loro non devono prendere una parte, non devono farsi delle domande. Devo riportare ciò che vedono affinché gli altri si facciano le domande.

Comunque le scene d'azione sono girate molto bene e la violenza e la confusione troneggiano. Così come rende veramente bene il crollo della società degli Stati Uniti, in cui la guerra civile ha dato il la a tutti i sentimenti più beceri che hanno trasformato la nazione in un posto pericoloso in cui vivere, anche per chi non vorrebbe partecipare al conflitto.

E gli attori?

Kirsten Dunst non la conosciamo certo oggi. Ha iniziato a recitare che era ancora una bambina (ve lo ricordate Intervista col vampiro? E non era nemmeno il suo primo film) e oggi ha parecchie pellicole alle spalle. Il suo personaggio, Lee, è diventato cinico e freddo, forse anche a causa delle esperienze che ha avuto e Kirsten riesce a interpretarlo ottimamente. La Dunst con questo film ha dimostrato che una brava attrice non deve necessariamente puntare solo sulla bellezza per avere successo.

Joel assomiglia molto a Lee. Anche lui deve aver visto un po' di tutto e questo ha contribuito ha creargli una corazza impenetrabile. La differenza fra i due è che Joel è comunque più estroverso ed espansivo. Mi è piaciuto come Wagner Moura è riuscito a interpretarlo. Spesso quando i personaggi si trovano nelle situazioni più pericolose e critiche Joel sorride!

Poi c'è Sammy, il giornalista veterano, prossimo alla pensione, che capisce ogni cosa in anticipo e grazie all'ottima prestazione di Stephen McKinley Henderson sprizza saggezza da ogni poro.

Ultima, ma non meno importante è Jessie che è la novellina, che un po' tutti gli altri personaggi prendono sotto la propria ala protettrice, forse perché rivedono loro stessi quando erano giovani. Anche Cailee Spaeny se la cava molto bene. Quando l'ho vista comparire sullo schermo ho pensato che avesse non più di sedici anni, poi il personaggio, parlando con gli altri ha rivelato di averne 23. L'attrice ne ha addirittura 26! Chissà per quanto tempo Cailee Spaeny continuerà a interpretare delle ragazzine?

E' difficile dare un giudizio finale a Civil War, ma nel complesso mi sento di promuoverlo.

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