Diciamo la verità, da L'isola degli zombies di Victor Halperin del 1932 a oggi di pellicole sul tema zombi ne sono uscite veramente un'infinità, compresa anche una recentissima e famosissima serie TV, per cui pensavo che il genere avesse già dato e ormai tutto fosse già stato raccontato e mostrato. E in effetti non è che ci si possa girare tanto attorno e malgrado si possano inventare infinite varianti sul tema, la storia dell'Apocalisse zombi è più o meno sempre la stessa. E lo dice uno che è un appassionato del genere.
Per cui sì, se esce un nuovo film sugli zombi certamente me lo guardo (spesso in ritardo, come questo), ma non mi aspetto certo di rimanere a bocca aperta, perché ormai le ho viste più o meno tutte.
E invece no.
Ci voleva un granitico e attempato Schwarzenegger, che con l'horror mi pare ci abbia avuto poco a che fare (Predator non era un horror e Giorni contati forse), per tirar fuori una pellicola sugli zombi in grado di spiazzare. Perché Contagious è una storia di zombi veramente anomala, che toglie tutto ciò che ci si aspetta in un film dedicato ai morti viventi (diciamo quasi tutto) e si dipana, non è uno spoiler, tutto nella descrizione del rapporto fra un padre e la figlia, destinata a diventare uno zombi in quanto irrimediabilmente infettata dal morso di un morto vivente. E' una film sulla malattia e sulla sua accettazione, sia da parte di chi ne è afflitto, sia di chi gli vive attorno.
Ma diamo un po' di spazio alla trama. Sempre senza spoiler, che non si sa mai.
Siamo negli Stati Uniti (ovviamente, ma potremmo essere ovunque), in un tempo che faccio fatica a definire, data la presenza di alcuni oggetti retró, ma direi che siamo al giorno d'oggi. Il mondo è stato travolto da un'epidemia zombi. Ma il picco dell'epidemia è già passato. Cosa che è un po' singolare da scrivere in questo momento in Italia, in cui abbiamo da poco superato la prima ondata della pandemia da SARS-CoV-2!
L'epidemia , da quello che vediamo, deve aver stravolto il mondo, ma la vita dei sopravvissuti sta riprendendo in modo più regolare possibile. Diciamo che il pianeta Terra sta vivendo la fase 2 o fa fase 3 della pandemia zombi, tanto per usare termini oggi ormai noti (epidemia, pandemia, qua si fa confusione, ma che ne sapevano nel 2015 che oggi saremmo stati così esperti di queste cose). Il virus circola ancora e sono ancora presenti zombi in grado di mordere altre persone e di infettare gli umani ancora sani. Quando si viene infettati il corpo inizia a degenerare, ma la trasformazione in zombi non è rapidissima. Servono parecchi giorni, durante i quali l'infetto può svolgere una vita quasi normale. Fino alla degenerazione finale, in cui l'infetto perde completamente il controllo e diventa aggressivo nei confronti delle persone che lo circondano, dominato da un insano istinto di mangiare carne umana. A questo punto non resta che chiuderlo in quarantena, che significa isolarlo dal mondo, fino alla sua morte definitiva, in modo da evitare che diffonda il virus.
Protagonisti sono Wade Vogel, un contadino e la figlia della prima moglie defunta, Maggie. Wade si è poi sposato con una nuova donna e ha avuto altri due figli.
La pellicola inizia con Maggie che è scappata in città (perché? Problemi di convivenza con la nuova famiglia del padre? Non ci verrà mai rivelato. Probabilmente non è questo l'oggetto della trama della pellicola) e qui è stata morsa da un infetto. Il padre la trova in ospedale e la riporta a casa. In attesa della trasformazione.
E niente, la storia è tutta qui!
Siamo negli Stati Uniti (ovviamente, ma potremmo essere ovunque), in un tempo che faccio fatica a definire, data la presenza di alcuni oggetti retró, ma direi che siamo al giorno d'oggi. Il mondo è stato travolto da un'epidemia zombi. Ma il picco dell'epidemia è già passato. Cosa che è un po' singolare da scrivere in questo momento in Italia, in cui abbiamo da poco superato la prima ondata della pandemia da SARS-CoV-2!
L'epidemia , da quello che vediamo, deve aver stravolto il mondo, ma la vita dei sopravvissuti sta riprendendo in modo più regolare possibile. Diciamo che il pianeta Terra sta vivendo la fase 2 o fa fase 3 della pandemia zombi, tanto per usare termini oggi ormai noti (epidemia, pandemia, qua si fa confusione, ma che ne sapevano nel 2015 che oggi saremmo stati così esperti di queste cose). Il virus circola ancora e sono ancora presenti zombi in grado di mordere altre persone e di infettare gli umani ancora sani. Quando si viene infettati il corpo inizia a degenerare, ma la trasformazione in zombi non è rapidissima. Servono parecchi giorni, durante i quali l'infetto può svolgere una vita quasi normale. Fino alla degenerazione finale, in cui l'infetto perde completamente il controllo e diventa aggressivo nei confronti delle persone che lo circondano, dominato da un insano istinto di mangiare carne umana. A questo punto non resta che chiuderlo in quarantena, che significa isolarlo dal mondo, fino alla sua morte definitiva, in modo da evitare che diffonda il virus.
Protagonisti sono Wade Vogel, un contadino e la figlia della prima moglie defunta, Maggie. Wade si è poi sposato con una nuova donna e ha avuto altri due figli.
La pellicola inizia con Maggie che è scappata in città (perché? Problemi di convivenza con la nuova famiglia del padre? Non ci verrà mai rivelato. Probabilmente non è questo l'oggetto della trama della pellicola) e qui è stata morsa da un infetto. Il padre la trova in ospedale e la riporta a casa. In attesa della trasformazione.
E niente, la storia è tutta qui!
Veramente, non c'è nient'altro.
In tutta la pellicola abbiamo una sola vera scena di tensione e forse un'altra in grado almeno di inquietare (ma non scrivo quali sono, ho promesso niente spoiler), perché effettivamente regista, Henry Hobson (al debutto, per lui solo precedenti incarichi minori, come main title design director o simili) e sceneggiatore John Scott 3 (si chiama proprio così, debuttante assoluto), hanno eliminato tutto ciò che normalmente caratterizza una pellicola sugli zombi, per concentrarsi, invece, sulla trasformazione che porterà Maggie alla morte e all'accettazione di essa, da parte della stessa ragazza e da parte del padre Wade. Quale padre può assistere alla lenta morte del proprio figlio?
E quindi Contagious - Epidemia mortale risulta una sorta di film horror "per genitori". Un film horror la cui portata orrorifica può essere compresa pienamente solamente da chi è genitore. PErché alla fine sì, gli zombi passano in secondo piano, ma cosa c'è diù orrorifico del vedere il proprio corpo decadere irrimediabilmente? Cosa c'è di più orrorifico del vedere la propria figlia morire lentamente ogni giorno di più, senza poter fare nulla per salvarla? Devo dire che l'operazione è perfettamente riuscita. Riuscita al punto che si può anche passare sopra a qualche errore di inesperienza (e ce ne sono, eh!), perdonabile se si giudica il risultato nel suo complesso.
Una pellicola che alla fine usa gli zombi solo come espediente, tanto che Maggie poteva avere una qualsiasi malattia degenerativa e nulla sarebbe cambiato. L'infezione del necrovirus, così mi pare venga chiamato, serve solo a spettacolarizzare la trama e attirare qualche spettatore in più.
Ma parliamo anche degli attori.
Non tanto di Abigail Breslin (che abbiamo già visto anche in Benvenuti a Zombieland e in Zombiland - Doppio colpo, che quindi deve avere un rapporto particolare coi morti viventi e che all'età di 19 anni, quando uscì il film, aveva già dietro le spalle 24 pellicole) che fa il suo dovere e lo fa bene, ma di Arnold Schwarzenegger. L'indimenticabile Conan o Terminator è un attore dal forte impatto scenico dovuto al fisico possente e ai ruoli iconici interpretati, ma dall'espressività francamente piuttosto limitata, per quanto l'attore austriaco-statunitense sia riuscito negli anni a migliorarsi, adattandosi ottimamente anche alla commedia, riscendo a prendere in giro sé stesso e la sua stessa icona. Il robot del futuro di Terminator non aveva espressioni e lo spietato guerriero di Conan il barbaro parlava tre o quattro volte in tutta la pellicola. E invece qui Schwarzenegger è letteralmente monumentale, rivelandosi un attore che non è solo un ammasso strabiliante di muscoli, ma è pure in grado di recitare e di farlo intensamente. Certo, non sarà mai un campione di espressività, ma nemmeno lo si può ridurre a un ammasso di muscoli.
Certo, il titolo dell'edizione italiana è una mezza truffa. Perché con quel titolo lì (che poi, ora che siamo tutti virologi grazie all'esperienza del Covid-19, sappiamo che forse era meglio "Pandemia mortale", piuttosto che "Epidemia mortale") ci si aspetta la classica pellicola che ci parla di un'apocalisse zombi. Non a caso il titolo originale era ben altro (Maggie).
Costato 8,5 milioni di dollari, ne incassò 1,4 milioni al botteghino.
Da vedere, assolutamente, per chi ama i film di zombie. E anche per chi non li ama!
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